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OLI ESSENZIALI: PARLIAMONE
Gli oli essenziali o essenze, sono dei miscugli aromatici di sostanze organiche diverse (alcoli, chetoni, acidi, eteri, terpeni) ottenuti principalmente per distillazione in corrente di vapore, tecnica adottata per la più parte delle piante che può essere anche sotto vuoto per ridurre la temperatura di ebollizione dell’acqua che rischia di denaturare le molecole maggiormente termolabili.
Gli oli essenziali sono solubili in alcool e nei solventi oleosi, solo in piccolissima parte anche in acqua (acque distillate) per la lieve idrofilia che li contraddistingue (l’acqua di rose è ad es. l’acqua satura di O. E. della rosa a seguito di estrazione tramite distillazione in corrente di vapore).
Gli oli essenziali sono molto volatili e mancano dell’untuosità tipica degli oli fissi (lipidi).
Pur essendo chimicamente molto complessi, gli oli essenziali si possono raggruppare in alcuni gruppi fondamentali caratterizzati dalla presenza di:
  • Carbonio (C) e Idrogeno (H), elementi chimici propri degli idrocarburi.
  • Carbonio (C), Idrogeno (H) e Ossigeno (O) da cui derivano alcoli, aldeidi, chetoni, esteri, eteri, acidi.
  • Carbonio (C), Idrogeno (H), Ossigeno (O) azoto (N) e zolfo (8) presenti nei composti solforati e solfocianidici (aglio, cipolla, senape).
Fattori ecologici od ambientali e genetici influenzano in larga misura la composizione chimica degli oli Essenziali presenti nella pianta. Questo fatto non è trascurabile perché può influire, in misura più o meno rilevante, sull’azione farmacologica degli oli essenziali (aromaterapia): il timo volgare, ad esempio, è una pianta che può presentarsi, chimicamente, con ben sei chemotipi differenti in funzione della predominanza di un composto chimico piuttosto di un altro.
Gli oli essenziali per la caratteristica di purezza che hanno sono particolarmente attivi ed irritanti. In alcuni casi è opportuno procedere ad eliminare alcune componenti dell’O. E. ad azione eccessivamente irritante, rappresentati in particolare da idrocarburi monoterpenici. Questo processo, sulla cui utilità si nutrono seri dubbi da parte dì alcuni tra gli addetti ai lavori, è definito deterpenazione e lo sì attua con una distillazione frazionata.
Gli oli essenziali sono presenti e si accumulano nelle diverse parti della pianta: fiori, foglie, fusto, radici, rizomi. Talvolta, nelle parti diverse della stessa pianta, si possono riscontrare composti chimici differenti. E’ il caso dell’arancio amaro che nell’epicarpo produce essenza di petit grain, mentre nei fiori si trova essenza di Neroly.
La funzione degli oli essenziali nelle piante non è ancora ben chiarita: una di queste potrebbe essere quella di richiamo per gli insetti pronubi, oppure si tratta di prodotti di rifiuto del metabolismo secondario. Altri li considerano utili nel moderare i processi ossidativi cellulari.

Azione farmacodinamica degli oli essenziali

Sono oltre un centinaio gli oli essenziali disponibili. Di fatto in terapia non se ne usano più di 40. I prodotti odorosi delle piante esercitano sia una generica azione di potenziamento delle funzioni vitali di tutti gli organi sia una più specifica azione di riequilibrio a favore di un organo od apparato specifico.
In particolare si segnalano per:
  • l’apparato digerente: un’azione antispasmodica sulla muscolatura liscia) carminativa e antiacida
  • l’apparato cardiocircolatorio: un’azione sui vasi e sulla  frequenza ed intensità del ritmo cardiaco
  • il sistema nervoso: un’azione stimolante o sedativa anche a mezzo dell’olfatto
  • il sistema endocrino: un’azione ormono-sìmile sulle diverse ghiandole
  • il sistema immunitario: un’azione di stimolazione dei linfociti
  • l’apparato urinario: un’azione diuretica e disinfettante
  • l’apparato polmonare: un’azione (antisettica) espettorante e stimolante degli atti respiratori
Gli oli essenziali, opportunamente miscelati e diluiti in alcool ad alta gradazione (circa 80°), rappresentano inoltre le componenti principali nella creazione dei profumi naturali.
Troviamo profumi speziati, agrumati, fioriti, ambrati, muschiati, legnosi, pungenti in funzione dell’essenza dominante (gelsomino, rosa, garofano, arancio, cipresso, sandalo, cedro, rosmarino, bergamotto ecc.). Questa viene fissata con particolari secrezioni animali (zibetto, ambra grigia, castoro, muschio ecc.) o resine vegetali (es. incenso) per ottenere una dispersione più duratura nell’ambiente e per ottenere effetti olfattivi diversi.

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